Ecomondo: a Rimini la Regione Umbria promuove la bioeconomia circolare

pic&nic ecomondo

Si è svolto lo scorso 8 novembre alle ore 16:00 presso la fiera di Rimini, Ecomondo, l’evento promosso dalla Regione Umbria con l’obiettivo di lanciare un appello al governo, per far divenire la bioeconomia circolare un settore concretamente strategico per il nostro Paese.

L’incontro, intitolato Il Manifesto per la bioeconomia circolare dall’Umbria per l’Italia ha visto la partecipazione delle istituzioni regionali, di imprese leader nel settore delle bioplastiche nonché di esperti di bioeconomia che, insieme alla giornalista RAI Maria Soave, hanno dibattuto sulle problematiche che ancora incidono negativamente sullo sviluppo di questo settore e sulle possibili soluzioni.

La Regione Umbria, da sempre riconosciuta cuore verde d’Italia per il suo patrimonio naturale, si è presentata per la prima volta con un proprio stand a Ecomondo e lo ha fatto in una veste completamente nuova. Una Regione che ha l’ambizione di divenire un “laboratorio a cielo aperto”, un luogo dove si possano sperimentare concretamente nuovi paradigmi di sviluppo e in cui, sfruttando anche la dimensione territoriale limitata, si consolidi un ecosistema innovativo di bioeconomia circolare.

In questa cornice rientra anche il Manifesto della bioeconomia circolare. Un manifesto nato dalla collaborazione tra la Regione Umbria e un leader nel settore delle bioplastiche, come Novamont. Un appello al nuovo governo basato su cinque punti principali che, a partire da ECOMONDO, sarà sottoposto al confronto con i vari soggetti interessati, per arrivare a una versione definitiva a fine gennaio, poi sottoposta al governo e discussa in una grande convention che si terrà in Umbria ad aprile.

Dignità autonoma ed economica alla bioeconomia circolare, misure che incentivino l’integrazione tra filiere agricole e industriali, politiche che valorizzino l’alto livello di innovazione del settore, lotta alla illegalità e al dumping internazionale, promozione del modello italiano quale best practise europea, rafforzamento delle competenze specialistiche e della consapevolezza della popolazione della bioeconomia circolare. Questi sono solo i primi punti diun manifesto, che si pone appunto l’obiettivo di rendere la bioeconomia circolare settore strategico e driver di competitività per l’economia nazionale.

Tra i partecipanti al dibattito, oltre la Presidente Teseia anche l’Assessore allo sviluppo economico, Michele Fioroni.

L’assessore, uno dei principali promotori della partnership pubblico-privata su cui si basa il progetto di transizione sostenibile della Regione, ha sottolineato in particolare che “è arrivato il momento che l’Umbria mostri chiaramente ciò che è. Una regione con un potenziale incredibile in termini di sviluppo di filiere di bioeconomia circolare, in cui amministrazione e stakeholder privati stanno lavorando insieme e instancabilmente per sperimentare un modello di integrazione tra filiere agricole e industriali che possa poi essere replicato anche altrove”. L’assessore ha inoltre aggiunto che “Il Manifesto della bioeconomia circolare non nasce dalla “presunzione” di chi vuole dire al Governo cosa deve fare e come, ma vuole avviare un momento di confronto concreto su quelle problematiche che ancora impediscono a un settore potenzialmente estremante strategico, sia economicamente che per contributo alla transizione ecologica, di esprimere tutto il suo potenziale. L’Italia ha delle eccellenze importanti in questo settore, non possiamo permetterci che questo know-how e l’alto livello di innovazione che abbiamo raggiunto, vada sprecato”.

Protagonista del Manifesto è anche Novamont, il cui amministratore delegato Catia Bastioli, presente all’evento, ha sottolineato che “Come riportato dal Rapporto Green Italy 2022, la bioeconomia circolare ha già dimostrato che è possibile rilanciare la sostenibilità Europea dal punto di vista economico, ambientale e sociale, accelerando la transizione ecologica e potenziando la nostra autonomia e le nostre filiere. L’Italia in questo settore è leader con un’industria prima al mondo in grado di produrre bioprodotti, bioenergia, e sfruttare residui e by-products, e con l’agricoltura tra le più sostenibili d’Europa. Una serie di incoerenze nel quadro legislativo europeo che non riconoscono il valore strategico di questo settore, rischia però di vanificare gli ingenti investimenti pubblici e privati che sono stati fatti negli anni. La sfida è quella di non sprecare ciò che abbiamo costruito finora e trasformare questa multi-crisi senza precedenti in un’opportunità di rigenerazione per l’Umbria e per il nostro Paese.”

Hanno inoltre partecipato al dibattito, portando sia l’esperienza del mondo agricolo che uno spaccato di quanto si sta facendo a livello nazione e internazionale in tema di bioeconomia, Albano Agabiti, Presidente di Coldiretti Umbria, Fabio Fava, Università di Bologna, Gruppo di coordinamento nazionale Bioeconomia (CNBBSV, Presidenza del Consiglio dei Ministri), EuropeanBioeconomy Policy Forum e Direttivo Cluster Chimica Verde Spring e Loris Giorgini, Dipartimento di Chimica industriale – Alma mater et Studiorum – Università di Bologna.

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